Emanuela Orlandi, finisce al centro dell’attenzione un numero, ma cosa è accaduto tempo fa e quali errori sono stati fatti.
La scomparsa di Emanuela Orlandi, continua a tenere banco. La cittadina vaticana sparì misteriosamente a Roma il 22 giugno del 1983, la ragazza sarebbe dovuta rientrare in casa, ma non fece mai ritorno. Dopo quarantadue anni il caso non è stato ancora risolto e le indagini sono state riaperte nel corso di tutti questi anni , le piste seguite sono stati diverse, si va dai rapporti con il Vaticano della famiglia, al possibile coinvolgimento della Banda della Magliana, ma anche i collegamenti con l’attentato a Giovanni Paolo II per mano di Mehmet Ali Ağca avvenuto il 13 maggio del 1981.
Il caso ha visto aprire anche due inchieste giudiziarie, ma anche queste non hanno portato a nessun esito. Due anni fa un’altra riapertura, sia da parte del Vaticano che dalla Procura di Roma, ma anche dalla Commissione parlamentare bicamerale. Quello che adesso è finito al centro dell’attenzione è un numero sbagliato.
Il caso di Emanuela Orlandi scuote ancora le coscienze e se ne torna a parlare sempre più spesso, da quel 22 giugno le tracce sulla ragazza si persero completamente. Adesso uno dei commissari della Digos, Lidano Marchionne, ha chiesto informazioni sul fatto che all’epoca fu convocata una persona dalla digos, quest’ultima fu sentita per un numero di telefono presente in un diario della 15enne.
Il numero pare fosse di una certa Federica, ma proprio durante quella convocazione il numero non corrispondeva con quello scritto sul diario, una cifra, infatti, non combaciava. Nello specifico, Marchionne ha potuto visionare gli atti, ma non ha memoria della vicenda, ma ha dichiarato: “La firma è mia e il verbale è mio”, ma ha anche sostenuto che andrebbero esaminati i documenti: “in che contesto è stato fatto questo verbale di interrogatorio, ossia se è stato fatto perché ci arrivava una segnalazione che c’era questo numero sul diario”.
Inoltre, come riporta Leggo, ha ribadito che il diario di Emanuela non sarebbe mai stato acquisito, ma ha anche precisato che altri avrebbero potuto trovare quel numero. L’ex appartenente alla Digos ha spiegato di essersi occupato del caso solo relativamente al filone “lupi grigi”. Fra le ipotesi, però, spunta anche un coinvolgimento improvviso per quel che riguarda il verbale, infatti, poteva aver sostituito qualcuno, ma non ricorda chi possa essere.
In tal senso, la senatrice Daisy Pirovano (Lega) ha voluto anche ribadire ai colleghi della Commissione, dopo aver guardato la foto del diario di Emanuela degli anni che vanno dall’82-’83, i dubbi sul nome, nello specifico si è interrogata se il nome sia quello effettivamente di Federica e non di Federico. La stessa spera si possa fare un approfondimento e capire se eventualmente possano essere fatte delle analisi sul numero. Il presidente ha accolto l’invito e a quanto pare si cercherà di procedere con un approfondimento tecnico.
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